MinervaHub acquisisce il Gruppo Meccaniche Luciani

MinervaHub, la realtà industriale italiana del settore moda specializzata in finiture e materiali per accessori di alta gamma, nata lo scorso primo giugno dalla fusione per incorporazione della società Ambria Holding Srl con presidente Matteo Marzotto, nella società Xpp Seven Spa con presidente Gianfranco Piras, a sua volta partner del fondo internazionale di Private Equity Xenon, ha annunciato l’acquisizione di Gruppo Meccaniche Luciani, azienda di Corridonia (Macerata), specializzata in stampi.

“Aggrega, rinforza e valorizza”: questi i valori di Minerva Hub, affermati dal Presidente Matteo Marzotto, che detiene le società al 100% e offre alle aziende acquisite la possibilità di diventare azioniste.

Ma ci saranno nuove acquisizioni in Minerva. Per il prossimo anno, infatti, anticipa il Ceo di Xenon, Franco Prestigiacomo, sono previste ulteriori sei acquisizioni “per arrivare a un gruppo da 300 milioni di ricavi”. Nel 2022, invece, è previsto che MinervaHub chiuda l’anno a 180 milioni di fatturato e 50 milioni di Ebitda: “il gruppo”, chiosa Prestigiacomo, “cresce quasi del 40%, più dei nostri clienti”. “offriamo servizi e prodotti molto diversi nel settore dell’accessorio di alto di gamma e – spiega il presidente Matteo Marzotto abbiamo in mente delle azioni che porteranno la piattaforma a crescere”. Certo, “sembra strano che con la guerra e l’inflazione il nostro settore continui ad andare così bene”,  continua Marzotto, spiegando che a suo avviso oggi l’acquisto di un bene di lusso è più frutto di “un ragionamento avveduto che di un desiderio di impulso”. In questo scenario, “i nostri imprenditori hanno le migliori competenze al mondo e Minerva forse è il più grande hub al mondo per servizi e prodotti per l’accessorio di lusso”.

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Al momento per MinervaHub lavorano 740 addetti, che presto potrebbero diventare 1.000. Con questi numeri, “sarà doveroso presentarci il prima possibile al nuovo Governo e spiegare quanto sia importante avviare delle politiche di formazione, perché facciamo fatica a trovare manodopera qualificata e preservare questo saper fare non è solo una questione economica ma culturale”. afferma Marzotto

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