Gruppo De’ Longhi: ricavi per Euro 1.444,8 milioni in linea con i valori del primo semestre dell’anno precedente

Il Gruppo De’ Longhi (nella foto Massimo Garavaglia, Amministratore delegato) rende nota la Relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2022. L’andamento dei primi sei mesi del 2022 si è collocato in un contesto macroeconomico che, soprattutto nel secondo trimestre, si è progressivamente deteriorato a causa della crescente volatilità valutaria, dell’accelerazione dell’inflazione, della prosecuzione, soprattutto in alcuni mercati, dell’epidemia Covid, nonché del conflitto in Ucraina. In questo scenario, la domanda ha subìto una contrazione e gli elevati livelli di scorte registrati presso il trade e le tensioni sulla supply chain hanno ulteriormente influito sulla performance del periodo. Infine, i risultati positivi dell’anno precedente hanno reso particolarmente sfidante la comparazione del secondo trimestre e dell’intero primo semestre 2022 con i corrispondenti periodi del 2021.

Il Gruppo De’ Longhi ha registrato nei sei mesi del 2022 ricavi per Euro 1.444,8 milioni, sostanzialmente in linea con i valori del primo semestre dell’anno precedente (Euro 1.431,8 milioni) che, a sua volta, aveva evidenziato risultati record con una progressione di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo del 2020 (Euro 896,6 milioni). L’andamento dei sei mesi, pur beneficiando dei risultati positivi dei primi tre mesi, ha risentito di un secondo trimestre debole con ricavi pari a Euro 709,3 milioni in contrazione del 5,8% (-10,7% a parità di cambi).

A livello geografico, nel primo semestre del 2022 sono stati registrati trend non omogenei: America e Asia Pacific hanno realizzato una progressione a doppia cifra, l’area MEIA, nonostante alcune situazioni locali che hanno limitato l’operatività, ha segnato una leggera crescita grazie anche di un effetto cambi positivo, mentre in Europa i mercati hanno risentito del conflitto in Ucraina e della conseguente contrazione della domanda e hanno chiuso il semestre in flessione.

A livello di linee di business, il primo semestre del 2022 si è chiuso evidenziando risultati positivi in tutte le categorie di prodotto con la sola eccezione del segmento della cottura e preparazione dei cibi che ha risentito profondamente della contrazione della domanda.

Il comparto dei prodotti per il caffè ha evidenziato nei sei mesi ricavi in crescita a doppia cifra grazie al contributo delle macchine manuali, per quanto riguarda i prodotti ad uso domestico, e del comparto delle macchine professionali.

Il segmento dei prodotti per la preparazione dei cibi, nonostante la performance positiva di alcune linee, ha complessivamente registrato vendite in diminuzione per effetto della generale contrazione della domanda che si colloca dopo un 2021 particolarmente brillante. La famiglia dei prodotti per lo stiro e la cura della casa ha chiuso il semestre con ricavi in lieve crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il segmento del comfort ha mostrato vendite complessivamente in crescita seppur con dinamiche diverse tra le linee di prodotto; il fatturato della famiglia del condizionamento mobile, che ha beneficiato di un effetto cambi positivo, ha registrato una leggera flessione, concentrata soprattutto nel secondo trimestre, compensata dal buon andamento delle vendite di prodotti per il riscaldamento.

In termini di marginalità, il primo semestre del 2022 ha risentito, oltre che delle dinamiche sui ricavi, di inefficienze produttive dovute al rallentamento della produzione interna rispetto agli standard, di un peggioramento del mix di prodotto/mercato e di una pressione inflattiva sui costi dei materiali e di supply chain parzialmente compensati dalle politiche di price management. Il margine industriale netto è stato pari a Euro 696,2 milioni, ossia il 48,2% dei ricavi, in contrazione del 3,5% rispetto al primo semestre 2021 (-5,1% a cambi costanti).

Nonostante il contesto, il Gruppo ha continuato ad investire in attività pubblicitarie, in aumento del 45% rispetto al primo semestre del 2021 (+Euro 19,9 milioni), in particolare con riferimento alle campagne globali avviate nel quarto trimestre del 2021. A causa dei maggiori volumi di magazzino, dell’incremento delle tariffe e di alcune criticità nella supply chain la performance del Gruppo ha risentito dell’aumento significativo dei costi per servizi di natura logistica (principalmente trasporti, fitti di locali ad uso logistico e servizi di movimentazione merci) sia a valore che in termini di incidenza sui ricavi.

L’EBITDA ante proventi (oneri) non ricorrenti/piano stock option è stato pari a Euro 149,1 milioni pari al 10,3% dei ricavi, in contrazione del 40,7% rispetto al primo semestre del 2021 a causa dei fattori già commentati e di un impatto cambi negativo sulle componenti operative, nonché degli effetti del rallentamento delle attività commerciali in Russia e Ucraina.

Nel corso del primo semestre del 2022 sono stati evidenziati separatamente alcuni elementi aventi natura non ricorrente risultanti complessivamente in proventi netti pari a Euro 1,4 milioni (oneri netti per Euro 10,3 milioni nei primi sei mesi del 2021). Rientrano in questa voce i proventi derivanti da una revisione della valutazione degli asset in Ucraina, rivalutati nel corso del secondo trimestre in relazione alla parziale ripresa dell’attività in alcune zone del paese che ha permesso l’incasso di una parte dei crediti precedentemente svalutati. Sono inclusi, inoltre, l’importo della donazione a favore della popolazione colpita dal conflitto, gli effetti economici conseguenti all’allocazione del prezzo di acquisto delle recenti acquisizioni, nonché gli effetti della revisione dei costi associati ai piani di stock option in seguito alla variazione del numero degli aventi diritto al netto dei costi figurativi del semestre.

Nel primo semestre 2022, dopo aver rilevato ammortamenti per Euro 50,2 milioni, in aumento rispetto al dato del corrispondente periodo del 2021 (Euro 43,5 milioni) per effetto dell’entrata a regime di alcuni investimenti, il risultato operativo del primo semestre del 2022 è stato pari a Euro 100,3 milioni.

Gli oneri finanziari sono stati pari a Euro 2,6 milioni che si confrontano con proventi pari a Euro 19,1 milioni del primo semestre 2021 comprensivi tuttavia di elementi non ricorrenti per complessivi M/Euro 25,3 milioni riferiti principalmente alla rivalutazione della quota di minoranza detenuta in Eversys effettuata ai sensi dell’IFRS 3 al momento dell’acquisizione del controllo.

Dopo aver rilevato imposte per Euro 25,0 milioni e interessi di minoranza per Euro 1,0 milioni, l’utile netto di competenza del Gruppo è stato pari a Euro 71,7 milioni (Euro 171,9 milioni nel primo semestre 2021).

Depurato delle componenti non ricorrenti e del relativo effetto imposte l’utile adjusted sarebbe stato pari a Euro 70,2 milioni (Euro 154,4 milioni nel primo semestre 2021). Il capitale circolante netto operativo è stato pari a Euro 414,6 milioni (12,8% dei ricavi) ed è risultato in aumento sia a valore che in termini di incidenza rispetto al dato al 30 giugno 2021 (Euro 229,4 milioni, ovvero il 7,9% dei ricavi).

La buona gestione di crediti e l’andamento dei debiti commerciali non sono stati sufficienti a compensare le dinamiche del magazzino, in conseguenza di vari fattori concomitanti: una pianificazione delle scorte basata su previsioni ottimistiche, l’aumento della valorizzazione a fronte dei maggiori costi di acquisto e il forte rallentamento delle vendite in Russia e Ucraina.

Al 30 giugno 2022 la posizione finanziaria netta è stata positiva per Euro 55,4 milioni (Euro 214,8 milioni al 30 giugno 2021 e Euro 425,1 milioni al 31 dicembre 2021). Sono incluse alcune componenti finanziarie specifiche, tra cui principalmente la valutazione a fair value dei derivati, il debito residuo a fronte di aggregazioni aziendali e operazioni connesse ai fondi pensione, aventi un saldo netto positivo pari a Euro 1,4 milioni al 30 giugno 2022 (negativo per Euro 7,8 milioni al 30 giugno 2021 e negativo per Euro 4,9 milioni al 31 dicembre 2021). Inoltre, la voce include passività finanziarie per leasing derivanti dall’applicazione dell’IFRS 16 pari a Euro 78,7 milioni al 30 giugno 2022 (pari a Euro 76,9 milioni al 30 giugno 2021 e a Euro 75,9 milioni al 31 dicembre 2021).

Al netto di tali componenti, la posizione finanziaria netta “bancaria” è stata attiva per Euro 132,7 milioni
(Euro 299,5 milioni al 30 giugno 2021, Euro 505,9 milioni al 31 dicembre 2021).

Il flusso finanziario da gestione corrente e movimenti di CCN nel primo semestre del 2022 ha evidenziato
un assorbimento di Euro 165,6 milioni in relazione alle dinamiche del capitale circolante descritte sopra.
Il flusso finanziario di periodo ha evidenziato un assorbimento per complessivi Euro 369,7 milioni che
scontano, oltre al flusso da gestione corrente e movimenti di CCN, gli investimenti, riferibili in primo luogo al potenziamento della struttura produttiva, per Euro 94,1 milioni, e la distribuzione di dividendi per Euro 124,5 milioni.

Il margine industriale netto è stato pari a Euro 696,2 milioni, ossia il 48,2% dei ricavi, in diminuzione sia a valore (-3,5%) che in termini di incidenza sui ricavi rispetto al primo semestre 2021 (Euro 721,4 milioni, ovvero 50,4%). La contrazione ha risentito, oltre che dei fattori determinanti a livello di ricavi, di inefficienze produttive conseguenti il rallentamento della produzione interna rispetto agli standard, di un peggioramento del mix di prodotto/mercato, parzialmente compensati da politiche di price management, e di una forte pressione inflattiva sui costi dei materiali e di supply chain.

Sono continuati, nel corso del primo semestre, gli investimenti in attività pubblicitarie e di comunicazione, in aumento del 45% rispetto al corrispondente periodo del 2021. Il Gruppo ha proseguito, infatti, nella strategia di medio/lungo termine a supporto dei propri marchi, in particolare dando seguito alle campagne globali avviate alla fine dell’anno precedente.

A causa dei maggiori volumi di magazzino, dell’incremento delle tariffe e di alcune criticità nella supply chain la performance del Gruppo ha risentito dell’aumento significativo dei costi per servizi di natura logistica (principalmente trasporti, fitti di locali ad uso logistico e servizi di movimentazione merci) sia a valore che in termini di incidenza sui ricavi.

L’EBITDA ante proventi (oneri) non ricorrenti/piano stock option è stato pari a Euro 149,1 milioni pari al 10,3% dei ricavi, in contrazione del 40,7% rispetto al primo semestre del 2021 a causa dei fattori già commentati e di un impatto cambi negativo sulle componenti operative, nonché del rallentamento delle attività commerciali in Russia e Ucraina.

Nel corso del primo semestre del 2022 sono stati evidenziati separatamente alcuni elementi aventi natura non ricorrente risultanti complessivamente in proventi netti pari a Euro 1,4 milioni (oneri netti per Euro 10,3 milioni nei primi sei mesi del 2021). Rientrano in questa voce i proventi derivanti da una revisione della valutazione degli asset in Ucraina, rivalutati nel corso del secondo trimestre in relazione alla parziale ripresa dell’attività in alcune zone del paese che ha permesso l’incasso di una parte dei crediti precedentemente svalutati. Sono inclusi, inoltre, l’importo della donazione a favore della popolazione colpita dal conflitto, gli effetti economici conseguenti all’allocazione del prezzo di acquisto delle recenti acquisizioni, nonché gli effetti della revisione dei costi associati ai piani di stock option in seguito alla variazione del numero degli aventi diritto al netto dei costi figurativi del semestre.

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