Masi: Renzo Rosso lascia il ruolo di Consigliere di amministrazione

“Per Masi il 2022 è stato più che mai l’anno dell’Amarone”. Lo afferma la stessa società radicata in Valpolicella Classica e quotata all’Euronext Growth Milan dopo aver archiviato il 2022 con ricavi netti consolidati per 74,7 milioni di euro, in aumento del 12,6% rispetto l’anno precedente.

“Rispetto al consueto mix aziendale – si legge in una nota – che storicamente vede la ripartizione Top-Premium-Classic Wines attestarsi su livelli medi 25%-50%-25%, l’esercizio di bilancio conferma la tendenza di crescita del mix già riscontrata nei reporting trimestrali e anche nell’esercizio precedente”. Per Masi, quindi, “il 2022 è stato più che mai l’anno dell’Amarone”. E infatti, il nuovo Amarone Vajo dei Masi dell’annata 1997 “ha generato effetti positivi in termini sia di ricavi che di redditività”.

Dal punto di vista geografico sono le Americhe ad aver inciso maggiormente sui ricavi ma in termini percentuali è il Resto del Mondo l’area che cresce maggiormente“ anche grazie al canale duty free dei relativi Paesi”. L’Italia, che genera ricavi per quasi 21 milioni, ha messo a segno una crescita di quasi il 21 per cento.

Tra le altre determinanti di crescita, si conta “l’elevata propensione dei mercati, soprattutto quelli oltreoceano, iniziata nel 2021, ad anticipare gli ordini di acquisto per premunirsi da eventuali aumenti di prezzo e per fronteggiare le accentuate difficoltà dei trasporti internazionali”. Detto ciò, “la normalizzazione di tale propensione ha portato nel quarto trimestre 2022 a uno storno del trend in essere per i primi nove mesi: in termini di ricavi consolidati, infatti, il quarto trimestre 2022 ha registrato un -10% sul quarto trimestre 2021”.

Un 2022 positivo, per quanto influenzato da elementi poco controllabili e più contingenti che strutturali – commenta il Presidente Sandro Boscaini – Tra essi la tendenza della clientela, soprattutto estera, ad approvvigionarsi in abbondanza o ad alleggerirsi, i pesanti aumenti dei costi, sia di prodotto che operativi in generale. I cambi hanno giocato un effetto favorevole nei primi nove mesi, ma molto negativo nell’ultimo trimestre”.

“Dopo la pandemia e con la guerra in Europa abbiamo assistito a trend disarmonici nei vari canali distributivi e nei Paesi in cui operiamo, fattispecie che conferma l’importanza della nostra strategia di omnicanalità, ai fini sia del posizionamento di marca che di mitigazione del rischio di business” conclude Boscaiani.

Lo scorso 9 marzo, Renzo Rosso, che controlla la società Red Circle Investments che detiene il 10% del capitale sociale di Masi, ha rassegnato le dimissioni da consigliere di amministrazione indipendente. Le motivazioni si rifanno a “una sua perdita di interesse nel rivestire la carica non essendo riuscito ad apportare un contributo professionale e innovativo ai processi gestori e lamentando che il governo societario di Masi non è in linea con gli standard di riferimento di società con azioni negoziate sui mercati di capitali“. A ciò Masi “ritiene di sottolineare che al Sig. Rosso non è mai stata negata l’opportunità di esprimere le proprie valutazioni nell’ambito del dibattito consiliare, anche con riferimento al governo societario”.

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