Terremoto del Centro Italia, Meloni nomina Guido Castelli nuovo commissario per la ricostruzione: è polemica

Per il governo «preziosi l’esperienza da amministratore e conoscenza del territorio». Succede a Legnini che gli augura «buon lavoro». Per il vescovo di Norcia: «Uno schiaffo alla gente». Letta: «Spoil system su terremoto è brutto segnale»

Il governo nomina un nuovo commissario alla ricostruzione. Guido Castelli, senatore di Fratelli d’Italia, sindaco di Ascoli dal 2009 al 2019 e poi assessore regionale alla Ricostruzione, prenderà il posto di Giovanni Legnini che dal febbraio 2020 ha guidato l’imponente opera di semplificazione e accelerazione della rinascita delle aree del Centro Italia colpite dal sisma del 2016. 

Avvocato cassazionista, 57enne, nato a Siena, cresciuto a Offida, con studi ad Ascoli, sposato con un figlio, appassionato della sua bici da corsa, della Juve e della cagnolina Zola, Castelli ringrazia la premier Giorgia Meloni «per la fiducia».«Ero sindaco di Ascoli il 24 agosto quando la terra cominciò a tremare, il mio pensiero, oggi, non può che andare a quelle sequenze sismiche che devastarono l’Appennino», dice rivolgendo un pensiero a chi è ancora nei moduli Sae. L’insediamento avverrà dopo la verifica della Corte dei Conti. 

Legnini resta commissario per l’emergenza alluvione e la ricostruzione di Ischia e augura «buon lavoro» al suo successore in una funzione che, dice, «ho esercitato per 34 mesi con totale dedizione, passione e imparzialità, sempre avendo a mente la sofferenza delle persone e delle imprese colpite».

Ma il cambio di guardia genera preoccupazioni e critiche. Le avevano già espresse venerdì scorso i sindaci del cratere, molti di centrodestra. E ieri le ha sintetizzate l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo: «La non riconferma di Legnini è uno schiaffo alle popolazioni terremotate». «Nulla contro il nuovo commissario, che non conosco», specifica il vescovo. Ma chiede quale senso abbia l’avvicendamento, visti i risultati ottenuti da chi «ha dimostrato di essere una persona seria e capace». E definisce l’operazione «figlia di una politica scellerata e di basso livello che passa sopra le teste della gente». 

Per il governo «l’esperienza di amministratore di Castelli e la sua conoscenza del territorio saranno preziosi». Auguri di buon lavoro a Castelli sono giunti dal ministro Nello Musumeci, che ha la delega alla ricostruzione: «Ci incontreremo già la prossima settimana al ministero per un confronto sulle tante iniziative da portare avanti». Dal ministro Francesco Lollobrigida, per il «compito di grande responsabilità che saprà assolvere con serietà, competenza e spirito di servizio». E FdI e Forza Italia fanno quadrato in difesa della scelta. 

Ma il leader del Pd Enrico Letta ne fa una questione politica: «Che brutto segnale lo spoils system del governo applicato alla gestione del terremoto». Cerca di ricomporre il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio (FdI): «Insieme con Legnini abbiamo lavorato bene e ottenuto risultati. Sono certo che lavoreremo altrettanto bene e in perfetta continuità con Castelli». Concorda il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi (FdI). 

Unanime il ringraziamento per Legnini. Arrivato a febbraio 2020, quando, a ben a 4 anni dal sisma, quasi tutto era fermo, i cantieri aperti erano poche decine e la media per un via libera ai lavori un anno e mezzo, ha disboscato una giungla normativa e varato un codice unico, procedure fast, piani di ricostruzione e investimenti: «Porterò con me a Ischia — dice — l’esperienza avuta in una delle sfide più difficili degli ultimi decenni». 

di Virginia Piccolillo, giornalista del “Corriere della Sera”

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