Maurizio Danese è il nuovo presidente di Aefi

E’ stato designato Maurizio Danese alla guida dell’Associazione senza scopo di lucro, Aefi, attiva nel promuovere lo sviluppo del sistema fieristico nazionale italiano nella sua evoluzione culturale, economia e produttiva. Secondo l’Associazione, il settore è in forte rischio: Danese è stato nominato con l’obiettivo di concretizzare il progresso e non cedere posizioni sui competitor esteri

Danese, investito della carica di nuovo presidente di Aefi, l’Associazione Esposizioni e Fiere italiane che ingloba oltre 40 operatori fieristici nazionali, con più di 1.000 manifestazioni ed eventi, succederà direttamente al manager Giovanni Laezza. Nominato dall’Assemblea dei soci di Aefi, riunitasi presso la sede di BolognaFiere, era già vicepresidente di Aefi dal 2018 e presidente di Veronafiere dal 2015.

L’assemblea dei soci ha altresì designato un nuovo vicepresidente, il manager Pietro Piccinetti (CEO unico di Fiera Roma) che si soggiunge ad Antonio Bruzzone(direttore generale di BolognaFiere) e Lorenzo Cagnoni (presidente di IEG-Italian Exhibition Group), rinnovati vicepresidenti.

Sottolinea il nuovo presidente Maurizio Danesi:

«Ringrazio tutti gli associati per la fiducia e chi mi ha preceduto per il lavoro svolto in questo periodo di grave e inaspettata criticità. L’emergenza Covid-19 ha colpito duramente anche il settore delle fiere: quasi il 90% delle rassegne programmate nel 2020 sono state posticipate o cancellate con un danno e una previsione di riduzione del fatturato complessivo che supererà ampiamente il 60%.  Non dimentichiamo, poi, l’indotto delle filiere collegate, come quella degli allestimenti, dove si stimano cali anche dell’80%, o delle strutture ricettive. Oggi più che mai serve un nuovo paradigma programmatico e strategico, che metta al centro dell’azione di Aefi la promozione di una grande alleanza tra operatori fieristici e che acceleri anche su fusioni di sistema. Solo così sarà possibile misurarsi con i competitor stranieri, mantenendo al contempo la territorialità e le specificità delle manifestazioni storiche».

Quasi il 50% delle esportazioni sono derivate, direttamente o indirettamente, proprio dalle fiere che si avvalorano così, come uno degli strumenti tra i più produttivi ed efficienti. Per oltre il 75% delle pmi italiane figurano come l’unica piattaforma di visibilità internazionale per il business, capace di assicurare alle aziende chi vi partecipano un ritorno dell’investimento fino a dieci volte.

Ha continuato Danese:
«Finora il Governo non ci ascoltato ma deve prendere necessariamente atto che le rassegne fieristiche non possono essere equiparate a spettacoli e sagre, come, purtroppo, abbiamo letto in alcuni Dpcm e nel Decreto Rilancio. Come Aefi, ribadiamo con fermezza la matrice industriale della nostra attività. Per questo, alle Istituzioni chiediamo azioni concrete e incisive che vadano oltre la valutazione di istituire un generico fondo di sostegno, di cui al momento non c’è traccia nei provvedimenti governativi, o finanziare la partecipazione delle nostre imprese a eventi fieristici all’estero, organizzati dai nostri diretti concorrenti».

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