Ex Ilva: sindaco Taranto, allo studio dati Ispra, Arpa e Asl

“I dati sono ora allo studio degli uffici tecnici e dei consulenti del Comune di Taranto. Nei prossimi giorni continuerà il confronto con tutte le autorità interessate, nella consueta e massima trasparenza. La complessità della materia, la quantità dei dati e l’esigenza di tutelare al meglio la salute dei cittadini richiedono maggiori e poi ponderate verifiche”. Lo afferma il Comune di Taranto dopo aver ricevuto ieri i rapporti aggiornati da parte di Ispra, Arpa Puglia e Asl Taranto sulla situazione ambientale e sanitaria a Taranto alla luce del nuovo allarme inquinamento proveniente dall’acciaieria ex Ilva, ora Arcelor Mittal.
   “Il sindaco Melucci, nella sua giornata di impegni istituzionali ieri a Roma – cotinua la nota –  ha incontrato i vertici di Ispra. L’Amministrazione comunale sta valutando di esplorare tutte le possibilità della legge 132/2016 e di ricorrere ad un supporto più costante di qui in avanti del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente. Inoltre – si rende noto – il sindaco ha chiesto un incontro al ministro Costa per rilanciare la questione di una grande intesa sul futuro di Taranto, che includa una definitiva valutazione del danno sanitario e ogni conseguente iniziativa di competenza del Civico Ente”. Per il sindaco di Taranto, “sono stati giorni tesi ma ora finalmente possiamo ragionare su basi chiare e nel rispetto dei ruoli e delle rispettive responsabilità istituzionali. Il tempo delle speculazioni sulla pelle dei tarantini sta finendo: l’amministrazione comunale non intende mollare la presa”. Mezzogiorno dell’8 aprile: questo il termine che il sindaco aveva dato alle strutture pubbliche che hanno competenza in materia ambientale (Ispra e Arpa Puglia) e sanitaria (Istituto Superiore di Sanità e Asl Taranto) per conoscere sulla base di dati certi, validati tecnicamente, quale fosse la situazione a Taranto. Se vi fosse o meno un pericolo tale per la popolazione si da spingere il sindaco a firmare l’ordinanza con la quale avrebbe inposto ad Arcelor Mittal la fermata degli impianti ritenuti più inquinanti. Ordinanza che sarebbe stata firmata non solo se la situazione si fosse palesata come grave, ma anche se i dati non fossero giunti alla scadenza fissata, e questo per il principio di massima precauzione nei confronti della cittadinanza essendo il sindaco autorità sanitaria. Dal quadro fornito da Ispra e Arpa, emerge che una serie di inquinanti sono nei parametri fissati dalle norme e che si nota una risalita solo per le diossine, fenomeno, questo, che adesso andrà ulteriormente monitorato. 

Torna in alto