ePrice, la piccola Amazon italiana è in crisi. Arpe contro Ainio per la gestione dell’ecommerce

Sei piani industriali triennali in sette anni. Nessuno di loro ha centrato l’obiettivo. E dalla quotazione a Piazza Affari, il 16 febbraio 2015, a oggi il titolo ePrice ha perso quasi l’80% del suo valore: da 6,75 a 1,4 euro. Peggio: la società continua a bruciare cassa, spostando più in là l’obiettivo del pareggio di bilancio. Il 2017 è stato l’anno più duro per il rivale italiano di Amazon e, nonostante gli sforzi del management, il 2018 non ha segnato alcuna svolta: i ricavi sono calati del 12,2% a 164,4 milioni di euro e con loro sono diminuiti ordini e clienti.

Serve una discontinuità strategica”: per questo Sator, il fondo di Matteo Arpe, azionista al 20,8% di ePrice ha presentato una propria lista per il rinnovo del cda in vista dell’assemblea del 16 aprile. All’orizzonte si profila un duro scontro con Paolo Ainio, presidente, ad e primo azionista con il 22,8% della società: anche lui presenterà una propria lista, non condivisa con il proprio socio. “Non rinneghiamo il passato, ma abbiamo voluto dare il chiaro segnale di essere in disaccordo con il management”, spiega Francesca Sabatini di Sator che aggiunge: “Non c’è futuro per una strategia stand alone”. L’unico segnale che non vira verso la burrasca è la decisione della squadra di Arpe per presentare solo 7 candidati per 9 posti: come a dire che la porta per Ainio resta sempre aperta.

Per il secondo azionista della società è “prioritaria la ricerca di soluzioni di crescita esterna, in Italia e all’estero, non escludendo alcuna opzione, ivi comprese l’acquisizione di altre realtà, l’aggregazione con altri operatori o la cessione di attività”. Tradotto: del campione nazionale quotato nel 2015 è rimasto poco o nulla.

D’altra parte il mercato è cambiato radicalmente. Sul marketplace Amazon non fa prigionieri, mentre sul fronte dei retailer la concorrenza è sempre più agguerrita e giganti come Unieuro e Mediaworld possono contare anche su negozi fisici. In un contesto del genere, la leva è tutta nel prezzo, ma poter spuntare condizioni migliori dai fornitori (e di conseguenza offerte migliori per i consumatori finali) serve una massa critica che da sola ePrice non è in grado di generare.

Tra gli addetti ai lavori diversi erano convinti che la società non riuscisse ad arrivare alla fine del 2018, anche perché pochi hanno compreso le mosse di Ainio con la scelta di concentrarsi esclusivamente sul mercato del bianco rinunciando – o quasi – a tutto il resto. Le vendite di biciclette elettriche, per esempio, andavano molto bene: “Hanno deciso di aggiungere servizi a pagamento – spiega un esperto osservatore che non vuole comparire – per aggredire il mercato del bianco dove anche Amazon è in difficoltà, ma non sempre la qualità dei tecnici inviati per le installazioni è stata all’altezza delle situazioni”.

Basti pensare che da un lato ePrice si definisce il “più grande marketplace italiano”, mentre dall’altro ha deciso di puntare tutto (o quasi) sul bianco. Di certo anche in casa Sator faticano a capire la strategia del management che prima ha portato alla progressiva dismissione di tutti i siti verticali, da Giallo Zafferano a SaldiPrivati, poi ha spinto ePrice tra le braccia di Amazon. Da agosto dello scorso anno l’ecommerce italiano ha una vetrina sul colosso di Jeff Bezos: uno spazio che ha dato linfa vitale ad Ainio, ma rischia di trasformarsi in un abbraccio letale. Per il momento gli americani si godono l’aumento del traffico sul loro portale, ma sono nella posizione di staccare la spina in qualunque momento.

In un mercato così veloce come quello online, gli errori sono all’ordine del giorno, ma è fondamentale individuarli per correggere la rotta. Anche la strategia di marketing convince poco: la sponsorizzazione dell’Inter, per quanto prestigiosa, mal si concilia con una realtà tutta online. Una scelta ancor meno comprensibile alla luce della decisione di non portare – almeno nel medio termine – ePrice fuori dai confini nazionali. Il risultato è evidente: mentre ePrice soffre, la concorrenza strappa quote di mercato. Per questo Sator vuole mandare ai propri soci un messaggio forte con l’obiettivo di evitare che la società si avviti in una spirale senza via d’uscita

business insider Di Giuliano Balestreri

 

 

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