Malacalza: famiglia ricompra l’Omba liquidata a fine 2017, ok dei creditori. Carige, esposta per qualche milione, non ha votato

C’è l’ok dei creditori al ritorno delle attività della Omba Impianti sotto il controllo della famiglia Malacalza a un anno dalla messa in liquidazione. Dal 51,1% dei crediti chirografari, che erano pari a 39 milioni di euro, è arrivato – come appreso da Radiocor – l’assenso alla proposta concordataria sul tavolo del curatore Alessandro Caldana di Auditaxlegal e presentata dall’Acom Srl, cioè il veicolo creato ad hoc dagli stessi Malacalza che a inizio 2018 non aveva voluto rifinanziare l’azienda di opere infrastrutturali in acciaio: per il ritorno degli attivi aziendali nelle mani degli imprenditori genovesi attende l’omologa da parte del Tribunale di Vicenza e il successivo atto notarile.

La proposta prevede da parte di Acom l’acquisto degli attivi dell’azienda vicentina a fronte di un corrispettivo che permetterà di pagare circa il 20% dei creditori chirografari e il pagamento totale dei crediti privilegiati (4 milioni) e prededucibili (6 milioni circa) con un impegno complessivo di circa 25 milioni di euro, in quanto vi sarà l’assunzione anche di alcune poste passive. Al via libera dei chirografari non ha contribuito Banca Carige, istituto esposto con Omba per qualche milione e di cui la famiglia Malacalza è primo azionista: secondo quanto si apprende, la banca – finita nel frattempo in amministrazione straordinaria – avrebbe evitato di esprimersi, ma una volta formalizzato il passaggio ad Acom rientrerà comunque di circa un quinto della sua posizione. L’azienda di Torri di Quartesolo, che impiegava 120 addetti, aveva avviato la liquidazione a fine 2017 a causa dei mancati incassi derivanti da commesse rilevanti e, a inizio 2018, la situazione si era ulteriormente aggravata con la crisi dei due principali committenti Condotte d’Acqua e Novadia, entrambe in concordato preventivo.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

 

 

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