Fine di un ciclo: Spalletti lascia la Nazionale, domani l’ultima in panchina

Luciano Spalletti, il “filosofo” del calcio, si prepara a congedarsi dalla panchina della Nazionale, un addio inatteso, ma, a quanto pare, inevitabile. La notizia, che gli è stata comunicata ieri sera dal presidente Gravina, ha le sfumature amare di un divorzio non voluto dall’allenatore, ma imposto da una logica stringente: i risultati deludenti.

Un Addio Amaro ma Accettato

“Ieri sera siamo stati insieme un bel po’ con il presidente Gravina, e mi ha comunicato che sarò sollevato all’incarico. Io non avrei mollato, ma esonero è”. Così Spalletti, con la sua consueta schiettezza, ha rivelato la fine del suo percorso come commissario tecnico. Non c’è traccia di rancore nelle sue parole, ma la consapevolezza di una decisione subìta. “Domani vado in panchina, poi risolveremo il contratto”, ha aggiunto, riferendosi all’impegno contro la Moldova.

L’ex allenatore del Napoli ha ribadito la sua ferma intenzione di non abbandonare il timone, specialmente nei momenti di difficoltà. “Io non avevo nessuna intenzione di mollare, ma esonero è per cui devo prenderne atto”, ha dichiarato con un filo di dispiacere. “Io soprattutto quando le cose non vanno bene preferisco restare al mio posto, continuare a fare il mio lavoro. Però poi esonero è e devo prenderne atto. Con Gravina ho un buonissimo rapporto e ne devo prendere atto.”

La Ragione dei Risultati e il Sostegno Federale

La decisione, sebbene sofferta da Spalletti, affonda le radici in una valutazione oggettiva. “Qualche risultato negativo è venuto fuori ed è giusto cercare il meglio tutti insieme”, ha ammesso, riconoscendo il peso delle prestazioni recenti. “Visto che i risultati sono questi devo assumermi le responsabilità che ho, ho ricevuto dalla federazione tutto il sostegno possibile. Anche se io avrei continuato devo accettarlo.” Il rammarico è l’indiscusso protagonista di un passaggio cruciale: “Sono dispiaciuto di me stesso e dei risultati che sono arrivati. Accettando di diventare c.t. sapevo che avremmo attraversato momenti difficili, ma che poi saremmo diventati un corpo unico con i calciatori e invece poi non ci sono riuscito”.

L’Ultima Partita e lo Sguardo al Futuro Azzurro

La partita contro la Moldova, dunque, sarà l’ultimo atto di Luciano Spalletti sulla panchina azzurra. “Vincere e convincere domani sera sarà sicuramente importante per aprire il ciclo a chi verrà dopo di me. Io amo questa maglia, i calciatori che ho allenato, e domani sera chiederò loro di dimostrare tutto ciò che hanno. Non sono riuscito a farli essere il meglio di quelli che sono, ho visto tanti calciatori sottotono”. La sua convinzione di portare l’Italia ai Mondiali è rimasta intatta fino all’ultimo: “Ero convinto che sicuramente sarei arrivato ai Mondiali. I nostri sono calciatori forti e spero che già domani sera lo facciano vedere”. Un messaggio di fiducia nei confronti dei suoi giocatori, nonostante il rammarico di non averli visti esprimersi al loro massimo potenziale. “Mi ha fatto male non aver tirato fuori il meglio da tutti.” A chiudere il suo intervento, un pensiero anche al mondo della stampa, spesso critico ma, a suo dire, anche comprensivo: “Dopo la Norvegia meritavo commenti anche peggiori e ho visto disponibilità e comprensione dalla stampa”. Un congedo da signore in un mondo in cui l’esonero, per quanto amaro, fa parte del mestiere.

Torna in alto