Undici banche commerciali in dodici Paesi compresi tra Europa Centro-Orientale e Nordafrica, oltre sette milioni di clienti, ventunomila dipendenti, circa novecento filiali. La vocazione internazionale di Intesa Sanpaolo è confermata dai numeri della International Subsidiary Banks Division (ISBD), la Divisione che coordina e supporta le banche estere del Gruppo ed è responsabile della definizione delle linee strategiche di sviluppo nei rispettivi mercati. Intesa Sanpaolo è attiva con Privredna Banka Zagreb in Croazia, Banca Intesa Beograd in Serbia, Intesa Sanpaolo Banka Bosnia i Hercegovina in Bosnia-Erzegovina, Intesa Sanpaolo Bank in Albania, Intesa Sanpaolo Bank in Romania, Intesa Sanpaolo Bank in Slovenia, Vub Banka in Slovacchia, Cib Bank in Ungheria, Pravex Bank in Ucraina, Eximbank in Moldavia e Alexbank in Egitto. Nei primi tre mesi del 2023 ISBD ha contribuito ai risultati del Gruppo con l’11% dei proventi operativi netti consolidati, registrando un risultato netto pari a 365 milioni a fronte dei 152 milioni del quarto trimestre 2022 e dei 35 milioni del primo trimestre 2022.
Una tendenza che testimonia la decisa propensione del principale Gruppo bancario italiano e tra i primi in Europa a crescere ulteriormente sui mercati stranieri. “Siamo molto soddisfatti dei risultati della Divisione ottenuti in questo primo trimestre 2023, e più in generale nell’ultimo triennio: li abbiamo raggiunti operando in uno scenario economico e geopolitico complesso a livello globale, che ha portato alla ridefinizione delle filiere produttive e logistiche internazionali”, dichiara Marco Elio Rottigni, nella foto, Chief International Subsidiary Banks Division. Così come in Italia, anche all’estero l’attività di Intesa Sanpaolo si caratterizza per un concreto sostegno all’economia reale e alle famiglie, per le numerose iniziative per il sociale e la cultura e per il forte impegno nell’ESG. In molti dei Paesi in cui è presente la banca si colloca ai vertici dei rispettivi ranking delle banche commerciali e, in alcuni casi come in Serbia, Croazia e Slovacchia, è il primo o secondo istituto di credito per totale attivi.
Proprio l’Europa Orientale è la zona sulla quale il Governo italiano ha ultimamente concentrato le sue prospettive strategiche, individuando tra i Balcani e le regioni mediterranee adiacenti quella macroarea che può offrire concrete opportunità imprenditoriali per un maggiore sviluppo, sia delle PMI che delle grandi aziende. Negli ultimi mesi sono stati infatti molti gli appuntamenti che hanno visto protagonisti i rappresentanti di istituzioni pubbliche ed enti privati, tra i quali appunto Intesa Sanpaolo, organizzati con la prospettiva di favorire accordi bilaterali tra le imprese italiane e quelle dei Paesi interessati, molti dei quali appartenenti al network di ISBD. “Il bacino euro-mediterraneo rivestirà un ruolo sempre più centrale per le rotte marittime globali, e i Paesi dove operiamo con le nostre banche commerciali sono quelli con l’attesa di crescita economica più elevata dell’area. Intendiamo contribuire a questa crescita e, al contempo, sostenere l’internazionalizzazione delle imprese italiane” afferma Rottigni.
Agribusiness, trasporti, logistica, automotive, manufatturiero e commercio i settori sui quali si concentrano maggiormente le attività di interscambio commerciale tra i Paesi coinvolti, per le quali Intesa Sanpaolo ha attivato una serie di iniziative al fine di consolidare le reti di relazioni con gli stakeholder rilevanti e potenziare la propria value proposition. Nasce così anche il programma sinergico tra ISBD e Banca dei Territori, la Divisione del Gruppo focalizzata sul mercato e sulla centralità del territorio italiano, al fine di potenziare ulteriormente le opportunità di sviluppo internazionale delle imprese che operano nei dodici Paesi. Grazie al posizionamento strategico di ISBD, la banca si trova in una condizione privilegiata per supportare lo sviluppo sostenibile della regione euro-mediterranea ponendosi come “ponte con l’Italia” per tutte le imprese dal profilo internazionale che intendono coniugare la propria crescita con gli attuali trend di reshoring e nearshoring.