TIM, confermati i Consiglieri di Amministrazione Massimo Sarmi e Giulio Gallazzi

L’Assemblea ordinaria degli Azionisti di TIM (nella foto, l’a. d. Pietro Labriola) si è svolta oggi, nel rispetto delle disposizioni di cui al Decreto Legge n. 18/2020 e successive modificazioni – ovvero senza la presenza fisica dei soci – con la partecipazione di circa il 53,40% del capitale ordinario della Società.

L’Assemblea ha approvato (con il 99,9% dei voti favorevoli) il bilancio al 31 dicembre 2022 di TIM S.p.A., che si è chiuso con una perdita netta pari a 2,9 miliardi di euro coperta mediante prelievo da riserve, e la conferma nella carica di Consiglieri di Giulio Gallazzi, con il 91,9% dei voti favorevoli (contrari 5,1%, astenuti 1,3%), e di Massimo Sarmi, nella foto a destra, con il 93,2% dei voti favorevoli (contrari 5,1%, astenuti 0,1%). Non è stato invece nominato il terzo Amministratore, non avendo le candidature proposte ottenuto le necessarie maggioranze.

Il mandato dei due Consiglieri nominati, analogamente a quello degli altri Amministratori in carica, avrà durata fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2023.

L’Assemblea ha altresì approvato (con il 53,2% dei voti favorevoli; contrari 1,1%, astenuti 45,7%) il Piano di incentivazione a breve termine (MBO) 2023, ma non anche la relazione sulla politica di remunerazione e sui compensi corrisposti, per entrambe le sezioni (sezione 2.1 dell’Ordine del Giorno con il 40,7% dei voti favorevoli, contrario il 13,5%, astenuti 45,7%; sezione 2.2 dell’Ordine del Giorno con il 29% dei voti favorevoli, contrari 25,2% e astenuti 45,7%).

Inoltre, non sono stati approvati:
– il piano di incentivazione a lungo termine denominato Long Term Incentive Plan 2023-2025 (con il 42,5% dei voti favorevoli, contrari il 10,6%, astenuti il 46,8%);
– l’autorizzazione all’acquisto di azioni ordinarie Telecom Italia al servizio del Piano di incentivazione a breve termine (MBO) 2023 e del Long Term Incentive Plan 2023-2025 (con il 40,8% dei voti favorevoli, contrari il 13,4%, astenuti il 45,7%).
Sui risultati ha influito significativamente l’elevato numero di astensioni.

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