Aerei e parità di genere, 17 donne su 626 ai vertici delle compagnie aeree

Dal 1° luglio Marjan Rintel (nella foto) guiderà Klm, la compagnia di bandiera dell’Olanda. In Turchia Güliz Öztürk prende le redini di Pegasus Airlines, la più grande low cost del Paese. Poco più a sud Dina Ben Tal Ganancia, è stata nominata numero uno di El Al, il principale (e storico) vettore d’Israele.

Tre scelte che, in poche ore, hanno fatto balzare di un quinto le donne al vertice delle aviolinee in tutto il mondo. Un incremento da record, che però — contestualizzato nel settore — porta la presenza femminile alla posizione di amministratore delegato dal 2,4 al 2,9%, secondo l’analisi del Corriere della Sera. E conferma che la strada verso un bilanciamento di genere nel trasporto aereo è ancora lunga.

«Non c’è una ricetta magica per cambiare la situazione attuale», ha raccontato di recente alla rivista della Iata l’ad di Tap Christine Ourmières-Widener. «È vero che vediamo sempre più donne nell’aviazione, ma siamo ancora un’eccezione e continuano a non essercene abbastanza», prosegue. «Mi sorprendo ogni volta quando vedo gli incontri del settore con una presenza così dominante di uomini», aggiunge Yvonne Makolo, capo RwandAir. «Da noi e in generale in Ruanda è diverso: il nostro parlamento è composto al 61% da donne (secondo l’Inter-parliamentary Union è il primo Paese al mondo, ndr)». «Dobbiamo dare la possibilità alle donne, ma anche fornire loro il contesto giusto per avere successo», ragiona Makolo. «Ancora oggi troppe donne sentono di dover fare più degli uomini per avere le stesse opportunità e la stessa retribuzione».

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