Via libera dal Cda Rai alla “squadra” di Fuortes: Maggioni al Tg1, Sangiuliano al Tg2, Sala al Tg3

Il Consiglio di amministrazione della tv pubblica, riunito oggi a Napoli sotto la presidenza di Marinella Soldi ha confermato le proposte di nomina dell’ad Carlo Fuortes. La direzione del Tg1 è andata, a maggioranza, a Monica Maggioni, la cui guida per la prima volta è affidata a una donna. Gennaro Sangiuliano è stato confermato alla direzine del Tg2 mentre Simona Sala guiderà il Tg3. Secondo quanto filtra dal Cda, la nomina di Monica Maggioni avrebbe ottenuto 5 voti a favore e uno contro. Per Simona Sala al Tg3 4 sì, un astenuto e un no mentre la conferma di Gennaro Sangiuliano al Tg2 ha ottenuto 5 sì e 1 no. Per le altre testate Mario Orfeo avrebbe ottenuto la direzione di Genere ‘Approfondimento’ con 5 sì e 1 no, Andrea Vianello quella del Giornale Radio con 5 sì e 1 no. Alessandro Casarin avrebbe ottenuto la riconferma alla Tgr con 5 sì e 1 no, Alessandra De Stefano avrebbe ottenuto la direzione di Rai Sport con 5 sì e 1 no, Antonio Preziosi quella di Rai Parlamento con 5 sì e 1 no; Paolo Petrecca, infine, avrebbe raggiunto la direzione di Rainews24 con 4 sì, un astenuto e 1 no.
Per UsigRai riforma non rinviabile – “Con i cambi di direzione decisi oggi – commenta del sindacato interno alla Rai alle nuove nomine -, il vertice Rai certifica di non avere un progetto industriale o di averlo smarrito”. “Sono nomine interne e ci sono tre direttrici donne; bene. Ma per fare cosa?”, scrivono i rappresentanti dei giornalisti. “Per cambiare il settimo direttore in sette anni alla Radio rendendo impossibile un progetto di consolidamento e rilancio di un asset centrale dell’informazione Rai?”


“Fare spazio ai desiderata di un partito facendo finta di niente sul fatto che meno di un mese fa questo Vertice aveva affidato a Rainews 24 e ad Andrea Vianello, che ora va alla Radio, il primo importante progetto di rilancio dell’informazione del Servizio pubblico, il sito web e i social delle news?” si chiede ancora UsigRai.
“Sulle nomine appena decise – si legge nella nota – appare inoltre evidente la mancata valutazione dei risultati raggiunti, in particolare rispetto ad alcune riconferme. La spartizione di poltrone sulla Rai rende non rinviabile la nostra richiesta di una legge che allontani le sorti del Servizio pubblico da quella dei governi di turno e dei partiti. In gioco non c’è solo il perimetro aziendale ma la stessa possibilità di confermare il ruolo centrale che il servizio pubblico ha nella ripartenza del Paese”.
Secondo le prime indiscrezioni, Riccardo Laganà, rappresentante dei dipendenti, non ha partecipato al voto del consiglio di amministrazione sulle nomine.

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