Philippe Krakowsky nominato amministratore delegato di Interpublic. 

Da gennaio Philippe Krakowsky, sarà il nuovo CEO di Interpublic Group. Momentaneamente nelle vesti di Executive Vice President e Chief Operating Officer di IPG, società pubblicitaria americana composta da cinque reti principali: FCB, IPG Mediabrands (di cui Krakowsky è Chairman), McCann, Worldgroup, MullenLowe Group e Marketing Specialists, oltre ad una serie di agenzie specializzate indipendenti nelle aree di pubbliche relazioni, marketing sportivo e rappresentanza di talenti

La nomina è stata siglata in previsione dell’illustrazione dei risultati del terzo trimestre che vedono il gruppo rilevare ricavi netti per 1.95 miliardi di dollari, in calo del 5,2% rispetto ad un anno fa, e una crescita organica pari a -3,7% a causa dell’impatto del covid19. In America il calo è più affrontabile, pari a -2,4% mentre negli altri mercati tocca globalmente -6%.

L’Europa peninsulare riporta un calo del 2,3%. Risultati, sommariamente, migliori del previsto come spiegato dagli investitori.

Krakowsky, anno 1962 è da poco meno di 20 anni in azienda e conserva la sua mansione fino a fine anno e dal prossimo gennaio entrerà alla guida del Gruppo prendendo il posto di Michael I. Roth che permarrà in qualità di Executive Chairman del Board. Prima di divenire COO di IPG, Philippe Krakowsky è stato inoltre CEO di Mediabrands ed è stato nel board di differenti società del Gruppo come Huge e O’Keefe Reinhard & Paul, è stato mentor di startup nell’acceleratore di R/GA e amministratore delegato di FCB nel 2013.

Natio del Messico ha studiato ad Harvard e ha intrapreso la carriera in un’azienda di AI acquisita da Apple.

Michael Roth, Chairman e CEO di IPG, ha comunicato:

«In questo contesto problematico, siamo orgogliosi dei risultati nel trimestre e del lavoro che le nostre persone stanno svolgendo in circostanze così impegnative e straordinarie. Nell’ultimo trimestre siamo rimasti vicini ai clienti e abbiamo investito nelle nostre offerte, gestendo insieme i costi operativi per generare ricavi. Senza dubbio ci saranno cambiamenti duraturi nei consumatori a causa della pandemia, come il passaggio di massa all’e-commerce, l’emergere dell’esperienza digitale e una responsabilità più profonda per l’autenticità e lo scopo dei brand»

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