Marco Tavani nominato presidente dell’INAF

E’ stato designato Marco Tavani come nuovo presidente dell’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica). Eletto dal Ministro dell’Università e Ricerca Gaetano Manfredi con Decreto del 9 ottobre 2020, poco prima della prematura e imprevista scomparsa del professor Nichi D’Amico, venuto a mancare lo scorso 14 settembre.

Marco Tavani, in seguito ai suoi studi di Fisica conseguiti con lode, sotto la direzione del Prof. Malvin Ruderman, ha inoltre conseguito l’ambito Ph.D in Fisica alla Columbia University di New York. Negli Stati Uniti ha sviluppato un’esperienza di oltre 10 anni per la ricerca e l’insegnamento, presso la Columbia University, University of California atBerkeley, Lawrence Livermore National Laboratory, Stanford University, Princeton University, NASA Goddard Space Flight Center, Marshall Space Flight Center.

Dal ’99 è inoltre Dirigente di Ricerca, dapprima al CNR e, successivamente all’INAF.

Tra i più importanti focus di ricerca organizzatesi da Tavani, abbiamo dei temi di attività che riguardano prettamente l’astrofisica teorica e osservativa di sorgenti galattiche ed extragalattiche, i gamma-ray bursts, l’origine dei raggi cosmici, teorie di accelerazione di particelle, lampi gamma terrestri, fenomeni magnetosferici e le controparti di sorgenti di onde gravitazionali.

Tavani è inoltre il Principal Investigator della missione dell’ASI AGILE, satellite scientifico di astrofisica delle alte energie in orbita dal 23 aprile 2007 e al momento tutt’ora operativo. Successivamente, ha ricevuto insieme alla squadra AGILE, il Premio Bruno Rossi della High-Energy Division dell’American Astronomical Society “per la scoperta della variabilità dell’emissione gamma dalla Nebulosa del Granchio”, acquisizioni apprese grazie alle osservazioni del satellite AGILE.

E’ stato consegnato a Tavani il Premio e Medaglia Matteucci 2017 per la Fisica dell’Accademia Nazionale delle Scienze detta “dei XL”, attribuitogli per ricerche nel contesto dell’astrofisica delle alte energie. Tavani è autore di 1045 riferimenti bibliografici di cui 278 pubblicazioni in refereed journals che inglobano Nature, Science, Physical Review Letters, Astrophysical Journal, Astrophysical Journal Letters, Astronomy & Astrophysics, Journal of Geophysical Research, Geophysical Research Letters, Natural Hazards and Earth Sciences, Le Scienze, Il Saggiatore. 15.271 citazioni bibliografiche al 10 ottobre 2020.

E’ altresì Socio Corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, Classe di Scienze Fisiche. Membro del Consiglio di Amministrazione dell’INAF dal 2015 al 2019, Tavani è stato eletto Presidente dell’INAF il 9 ottobre scorso con Decreto del Ministro dell’Università e Ricerca Gaetano Manfredi.

Tavani ha dichiarato:

“L’INAF è un’entità scientifica di primissimo piano. Se è così visibile e apprezzato nel panorama scientifico europeo e internazionale è perché i suoi astronomi sono sempre ‘sulla cresta dell’onda’. L’INAF attuale è coinvolto in moltissimi settori dell’astronomia e dell’astrofisica da terra e dallo spazio, dalle onde radio ai raggi gamma di alta energia, passando ovviamente attraverso telescopi ottici sempre più all’avanguardia per i quali l’Italia dà contributi fondamentali. Si tratta quindi, ci tiene a sottolineare il neopresidente, di consolidare ancor di più il cammino spesso complicato dei grandi progetti internazionali, di rafforzare le nostre strutture osservative e svilupparne di nuove, di sostenere maggiormente la ricerca di base e di favorire al massimo l’inserimento dei nostri giovani e le progressioni interne. Le grandi sfide del futuro in astronomia e astrofisica si vinceranno con coesione, collaborazione e spirito di gruppo. I cieli non sono più abissalmente lontani dalle esigenze dell’uomo, e l’astrofisica moderna è sempre più inserita nella società. Le tecnologie impiegate, dai rivelatori di onde radio agli strumenti in satelliti spaziali permeano ormai la vita di noi tutti. Aumentare la consapevolezza dell’importanza dell’astrofisica nella nostra società è quindi di enorme importanza. Porterà non solo consensi e maggiore supporto per la scienza italiana, ma fornirà soprattutto gli strumenti per i nostri premi Nobel di domani”.

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