Ventitrè anni senza Gianni Versace, uno dei più grandi stilisti del Novecento

Naomi, Linda, Carla. La Medusa, la greca, le stampe barocche. I colori forti, l’erotismo, il debutto nell’haute couture. Tutto questo era Gianni Versace, uno dei più grandi creativi della storia della moda del Novecento scomparso il 15 luglio 1997 a Miami dopo una sparatoria che resta ancora avvolta nel mistero.
La sua prima collezione debutta al Palazzo della Permanente, Milano, nel 1978. È il principio di una lunga carriera. Arriveranno i grandi fotografi (Richard Avedon, Helmut Newton e Bruce Weber, tra gli altri), il fenomeno delle top model, l’intuizione di sintetizzare la propria carriera in libri dedicati alle collezioni e all’estetica nascente. Gianni intuisce l’importanza della tradizione classica, mette l’eros nella storia, il sex appeal nella citazione della Magna Grecia. Nel 1994 una giovane modella a fianco di un attore, Hugh Grant, indossa un abito Versace nero scollato e trattenuto da spille dorate offuscando il giorno dopo sui giornali il successo del film presentato quella sera – Quattro Matrimoni e un funerale – in cui recita il suo fidanzato, ma soprattutto il successo dello stilista autore di quel vestito. La ragazza di chiama Elizabeth Hurley.
Negli anni Novanta Versace vive il suo momento d’oro; già nel 1989 debutta con Versus, linea dedicata a una clientela più giovane, e poi con una linea di arredamento di successo. La magia si spegne al mattino del 15 luglio 1997, quando a South Beach, Miami, Gianni si alza presto ed esce dalla Casa Casuarina per acquistare i giornali. Al ritorno, alle 9:06 un colpo sparato da Andrew Cunanan lo fredda sui gradini della villa. Il resto è Storia.

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