Gedi, Maurizio Scanavino nuovo direttore generale

Laura Cioli lascerà la carica conservando l’incarico di amministratore delegato fino alla chiusura dell’operazione di cessione della quota Cir a Exor. Il nuovo dg: “L’informazione digitale a pagamento sarà la nostra sfida principale”

 Maurizio Scanavino è stato nominato nuovo direttore generale del gruppo Gedi. Laura Cioli, amministratore delegato e attuale dg, conserverà solo l’incarico di ad fino all’esecuzione dell’operazione di cessione della partecipazione detenuta da Cir in Gedi a Exor. Cioli, spiega un comunicato della società, nella prospettiva del cambiamento dell’assetto proprietario “ha convenuto di mettere a disposizione il proprio mandato”, giungendo a un accordo con la società per la risoluzione consensuale del rapporto.
Scanavino è stato direttore generale di Itedi e amministratore delegato di Gnn, per la divisione La Stampa e Il Secolo XIX.

L’accordo con Cioli – prosegue la nota – prevede, oltre alle ordinarie spettanze di fine rapporto, la corresponsione di un importo pari 1.850.000 euro lordi (95% a titolo di incentivo all’esodo e 5% residuo a titolo transattivo) e il versamento di 100.000 euro lordi quale Mbo forfettizzato per l’anno 2019, e la maturazione di un terzo delle Stock Grant assegnate con rinunzia delle restanti.

Le nuove nomine

Tenuto conto delle dimissioni del consigliere Elisabetta Oliveri e degli incarichi consiliari che rivestiva, il Cda, nel rinviare a una futura adunanza la cooptazione di un nuovo membro, ha reintegrato il Comitato parti correlate con la nomina del consigliere Michael Zaoui, designando come presidente del Comitato stesso il consigliere Agar Brugiavini. Ha nominato inoltre presidente del Comitato controllo e rischi il consigliere Elena Cialliè. La stessa Cialliè è stata designata, su indicazione degli amministratori indipendenti, quale Lead Independent Director. Il Cda, nel quadro dell’annunciato trasferimento delle partecipazioni di controllo della società ha preso atto e confermato la cessazione dell’attività di direzione e coordinamento da parte di Cir.

Elkann: “Impegnati in un progetto in cui credo tantissimo”

Del profilo della nuova Gedi ha parlato anche il presidente e amministratore delegato di Exor John Elkann. “Per il settore sono stati anni molto difficili. Per rispondere a queste difficoltà abbiamo deciso di impegnarci in un progetto in cui personalmente credo tantissimo. Un progetto non nostalgico, ma che anzi guarda avanti per accelerare le trasformazioni in Gedi”, ha detto durante lo scambio di auguri di Natale con la redazione della Stampa. “Il futuro è nelle nostre mani, dipende da come ciascuno di noi saprà cogliere la sfida della trasformazione”, ha aggiunto Elkann.

“L’obiettivo è generare maggiore interesse nei lettori, quelli di oggi e quelli di domani, creando prodotti di grande qualità. Siamo portatori di un giornalismo serio, indipendente e fatto con grande senso di responsabilità: e questo continuerà a essere il nostro punto di riferimento”, ha detto Elkann che ha preso la parola dopo l’introduzione del presidente di Gedi News Network, Luigi Vanetti. “Dobbiamo cambiare la nostra prospettiva – ha spiegato – e affrontare il 2020 come una grande opportunità: l’occasione per ritornare a cogliere nuove soddisfazioni”.

Scanavino: “L’informazione digitale a pagamento sarà la nostra sfida principale”

Nel solco delle parole di Elkann anche il pensiero di Scanavino: “L’informazione digitale a pagamento sarà la nostra principale sfida: in molti Paesi e anche in Europa il passaggio al digitale sta avvenendo con successo e si stanno consolidando modelli editoriali sostenibili”. Oltre ai casi di successo come il New York Times, ha ricordato Scanavino “il gruppo svedese Bonnier e gli svizzeri di Tamedia hanno superato i 300.000 abbonati digitali e Le Monde ha annunciato la scorsa settimana la previsione di arrivare a 230.000 a fine anno. I quotidiani del gruppo Gedi hanno superato i 100.000 e dobbiamo puntare a raddoppiarli nei prossimi mesi, facendo leva sul grande potenziale delle nostre testate. Repubblica ha superato i 3 milioni di audience complessiva nel giorno medio ed ha una community di quasi 7 milioni di fan, mentre La Stampa ne conta 1,1 milioni e 2,5 milioni di fan”.

IL COMUNICATO DEL CDR

In relazione alle decisioni assunte oggi dal Cda del Gruppo Gedi – in particolare, la nomina dell’ing. Maurizio Scanavino a direttore generale, carica nella quale sostituisce l’ing. Laura Cioli che manterrà invece quella di amministratore delegato «sino all’esecuzione dell’operazione di cessione della partecipazione detenuta da Cir in Gedi a Exor» – il Cdr di Repubblica prende atto del cambio al vertice della governance aziendale. E si augura di poter riprendere al più presto il confronto sul piano di rilancio per il nuovo anno, congelato dalla modifica degli assetti proprietari.
 
Il Cdr prende inoltre atto, con riferimento alla risoluzione del rapporto tra l’ing.Cioli e Gedi Spa, che il Cda del Gruppo ha deliberato la corresponsione di un importo pari a 1.850.000 euro lordi (95% a titolo di incentivo all’esodo e 5% a titolo transattivo) e di ulteriori 100.000 euro lordi quale riconoscimento del raggiungimento degli obiettivi manageriali.
 
Pur trattandosi di riconoscimenti in linea con regole e consuetudini diffuse nelle dinamiche manageriali di ogni società, il Cdr di Repubblica non può sottrarsi al dovere di sottolineare che i risultati raggiunti dal management del Gruppo Gedi sono stati possibili in larga misura grazie al sacrificio economico e professionale dei lavoratori dipendenti (giornalisti e poligrafici) dell’azienda, che in questi anni hanno concordato con enorme senso di responsabilità ripetuti interventi di riduzione dei costi del lavoro e di riorganizzazione delle Redazioni. Senza un pari impegno da parte dell’Azienda sul fronte degli investimenti e del sostegno al rilancio di Repubblica.
 
Dunque, nell’augurare buon lavoro all’ing. Scanavino, non possiamo che constatare come ancora una volta la politica dei sacrifici sia stata caricata esclusivamente sui lavoratori dipendenti. Una tendenza che noi crediamo si debba invertire.

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