Moncler vola in Borsa sui rumor di un interesse di Kering

Moncler: Ruffini, diversi contatti ma no ipotesi concrete

 Remo Ruffini, ad e principale azionista di Moncler, conferma che ci sono stati dei contatti con Kering e anche con altri operatori ma al tempo stesso sul tavolo non c’è nulla di concreto. Ruffini, nella sua veste di azionista di Moncler, precisa che “periodicamente intrattiene contatti e interloquisce con investitori e altri operatori del settore, tra cui il gruppo Kering, su potenziali opportunità strategiche per promuovere ulteriormente lo sviluppo di Moncler, senza che, allo stato, vi sia alcuna ipotesi concreta allo studio”.

Moncler spumeggiante a Piazza Affari, dove il titolo ha aperto la giornata in rialzo di oltre il 10%, toccando un nuovo massimo storico intraday a 43,61 euro per azione prima di rallentare leggermente e riportarsi appena sotto quota 43 euro. A sostenere le quotazioni sono le voci di un interesse di Kering per il marchio italiano con cui avrebbe già preso i primi contatti per valutare una possibile acquisizione.

L’indiscrezione giunge da Bloomberg (che cita una fonte anonima vicina alla trattativa) e al momento non vi sono ulteriori dettagli né conferme ufficiali, ma gli analisti ritengono che l’interesse del gruppo francese possa essere plausibile. Equita Sim, in particolare, che sul titolo ha un “buy” con target price di 41,5 euro, pensa si possa arrivare a un consolidamento dell’intero gruppo italiano (che in borsa capitalizzava a ieri poco più di 10 miliardi e “rischia” stasera di valere 11 miliardi) in quello francese (la cui capitalizzazione sfiora i 69 miliardi).

Di Kering, sottolineano gli analisti, “è noto l’approccio acquisitivo”, mentre Moncler “è un brand dal forte momentum, leader nella propria nicchia di mercato, con un management di qualità e una redditività al top del settore”. Inoltre l’eventuale acquisizione permetterebbe a Kering “di diluire di circa 5 punti l’importanza di Gucci sui risultati del gruppo (oggi oltre l’83% dell’Ebit di gruppo)”, mentre Kering potrebbe apportare al marchio italiano “risorse organizzative e manageriali e supportare più rapidamente i vari progetti di crescita in corso, con anche sinergie su media buying/affitti/corporate/digitale”.

Visto anche l’autonomia che Kering ha sempre saputo garantire ai brand in portafoglio, per gli esperti Remo Ruffini (azionista di riferimento col 22,548% del capitale sociale, davanti a Morgan Stanley, Invesco e BlackRock, ciascuna poco sopra il 3%) potrebbe accettare un’offerta che prevedesse un premio attorno al 30% rispetto alle quotazioni a ieri sera e dunque intorno ai 50 euro per azione, mantenendo una partecipazione di minoranza.

Il giudizio degli analisti su Moncler

A 50 euro a titolo, infatti, Moncler tratterebbe a circa 33 volte in termini di P/E e 19 volte come Ev/Ebitda sulla base dei dati stimati per l’anno venturo, mentre consentirebbe, considerate le possibili sinergie, un leggero incremento degli utili di Kering (+7% sempre secondo Equita Sim), mentre valutazioni superiori porterebbero a una distruzione di valore per Kering attorno allo 0,4% per ogni euro. In attesa di conferme, il sentiment degli analisti è ampiamente favorevole a Moncler, con ben 18 report positivi e solo 4 neutrali a fronte di un target price medio che sino a stamane era pari a circa 41,6 euro per azione.

Anche gli analisti grafici esprimevano giudizi favorevoli, segnalando come il titolo fosse già inserito in un trend rialzista di brevissimo periodo e neutro-positivo di breve. Il consiglio era dunque di accumulare il titolo, che all’apertura della seduta vedeva supporti tra i 37,3 e i 38,3 euro per azione, mentre le resistenze più immediate (subito forate al rialzo in avvio di giornata) erano stimate attorno ai 40,3-40,8 euro per azione, a fronte di un obiettivo di breve periodo individuato a quota 41 euro.

Livello attorno a cui Moncler, che dovrebbe comunque registrare un giro d’affari di oltre 1,62 miliardi e un utile ante imposte di oltre 476 milioni a fine anno, con un utile per azione atteso di 1,41 euro (e un dividendo di 44 centesimi), pari fino a ieri ad un P/E di 27,4 volte, potrebbe stornare in assenza di ulteriori conferme dell’effettivo interesse di Kering per il marchio italiano.

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