Thomson Reuters impegnata nel piano di successione del Ceo

Thomson Reuters Corp è impegnata nella pianificazione della successione dell’amministratore delegato Jim Smith in quanto “questione di buona governance”.

È quanto emerge da un comunicato diffuso ieri dalla società di informazioni globali dopo che il Financial Times ha riportato che Thomson Reuters ha dato il via alla ricerca di un nuovo amministratore delegato.

David Thomson, presidente della società, ha detto che il consiglio di amministrazione “sostiene pienamente Jim Smith e il suo gruppo dirigente. Siamo allineati in quanto a strategia e direzione”.

Smith ha fatto sapere in una nota ai dipendenti di essere attivamente coinvolto nel processo di pianificazione della successione.

“Per fare chiarezza, non ho intenzione di andare da nessuna parte”, spiega Smith. “Sappiate che quando arriverà il momento di consegnare le redini, lo saprete da me”.

Il Financial Times ha citato quattro fonti anonime secondo cui Thomson Reuters, proprietario dell’agenzia di stampa Reuters, ha assunto la società di consulenza Spencer Stuart per stilare un elenco di candidati interni ed esterni. La ricerca sarebbe in una fase iniziale, si legge sul giornale.

Nel comunicato, Thomson Reuters fa sapere che “il Consiglio di amministrazione considera la pianificazione della successione e la valutazione comparativa di tutti i dirigenti di rilievo una questione di buona governance. Pertanto, il Consiglio di amministrazione e la direzione valutano incessantemente i candidati interni e collaborano con le società di consulenza per esaminare il mercato esterno”.

Nessun commento da Spencer Stuart. Mentre un portavoce di Thomson Reuters non ha commentato in particolare se la società avesse coinvolto Spencer Stuart.

L’anno scorso Smith ha supervisionato la vendita di una quota maggioritaria nel business di dati finanziari della piattaforma di notizie e informazioni a un consorzio guidato da Blackstone Group Inc. All’inizio dell’anno Blackstone ha raggiunto un accordo per vendere il provider di dati finanziari, ora noto come Refinitiv, alla Borsa di Londra per 27 miliardi di dollari.

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