Ryanair, i piani sull’Italia: «Apriamo 30 nuove rotte. I dipendenti passano a Malta Air»

 Il nuovo ad di Ryanair ha la voce posata di Eddie Wilson. Quasi l’opposto del vulcanico predecessore Michael O’Leary, ora capo del gruppo che comprende l’austriaca Lauda, la polacca Buzz e Malta Air. «Ma con me non ci saranno stravolgimenti: continuerò sul percorso tracciato da Michael», promette Wilson al Corriere. Il dirigente, ex Chief people officer, a Milano ha annunciato la programmazione nazionale per l’estate 2020 lanciando 30 nuove rotte per un totale che supera le 500. 

Cosa cambierà con il suo arrivo? 
«Ryanair ha un modello di business che dura da trent’anni ed è fondato su quattro pilastri: bassi costi operativi, continua crescita, tariffe ridotte e peso sempre maggiore sul mercato». 

Nel 2017 la compagnia ha avuto una crisi con i piloti: ufficialmente per un errore nei turni, ufficiosamente perché erano pochi. Stavolta dite che ne avete troppi. Come mai? 
«Per due ragioni. La prima: abbiamo meno aerei di quelli previsti. I Boeing 737 Max che dovevano arrivare (dalla primavera, ndr) non sono stati consegnati a causa del fermo mondiale dopo gli incidenti in Indonesia ed Etiopia. La seconda: ci sono meno piloti che lasciano Ryanair, complice anche il fatto che altre compagnie stanno fallendo e noi offriamo una sicurezza lavorativa».

Quanti sono i piloti in eccesso? 
«Circa 500 su 5.000. Cerchiamo di ridurre l’impatto proponendo loro di mettersi in ferie non retribuite o lavorare part-time. Ma i 737 Max arriveranno a un certo punto e avremo bisogno dei piloti». 

Quando pensate di ricevere i primi esemplari? 
«Tra gennaio e febbraio, al ritmo di 7-8 al mese. Abbiamo modificato i nostri voli per la stagione estiva 2020 considerando che invece dei 58 previsti, ne avremo a disposizione una trentina». 

Come convincerete i passeggeri sul 737 Max? 
«La struttura è quella del classico 737, è solidissima. C’è stato un problema di software (il sistema anti-stallo, ndr) che è stato risolto. Manca solo il via libera delle varie autorità che spero arrivi allo stesso tempo». 

Ma alcuni viaggiatori, riconoscendo l’aereo, potrebbero dire «non vogliamo imbarcarci». 
«Non penso succederà. Le persone non sanno la differenza tra un 737 Max e i 737 tradizionali». 

Avete già deciso dove sarà basato in Italia il primo 737 Max?
«Bergamo è lo scalo dove ha più senso perché abbiamo i centri di manutenzione e di addestramento». 

L’Italia è il secondo mercato di Ryanair per ricavi e intendete crescere. L’Europa non è satura? 
«A un certo punto lo sarà. Ma per ora aumentiamo le rotte e le frequenze. In Italia prevediamo di trasportare 43,2 milioni di passeggeri — di cui 11,6 milioni a Bergamo — nei prossimi dodici mesi e lo faremo espandendo i collegamenti nazionali e continentali». 

Sostenete di avere le tariffe più basse. Carsten Spohr, ad di Lufthansa, denuncia che «offrire voli a 10 euro è inaccettabile dal punto di vista economico, sociale e ambientale». 
«E perché? Lo dice perché è difficile per lui offrire quelle tariffe. Non possiamo tornare agli Anni Cinquanta quando volare era per quei pochi ricchi». 

Si parla molto dell’introduzione di un’eco-tax sui biglietti aerei… 
«Sarebbe inefficace. Ci accusano di non fare la nostra parte, ma quest’anno pagheremo 630 milioni di euro di tasse». 

Lei pensa che ci siano troppe compagnie aeree in Europa? 
«Sì e sono gestite in modo inefficiente. Succederà quello che è già accaduto negli Stati Uniti. I vettori piccoli spariranno». 

Pensate di comprare altre società? 
«Non al momento. Abbiamo il nostro da fare con questo nuovo gruppo e ci serve stabilità». 

Ma non puntate più su Alitalia. 
«È un vettore che ha un brand fortissimo e vanno bene sui voli intercontinentali. Ma sul segmento domestico ed europeo noi facciamo meglio. Una accordo di feederaggio mi sembra abbia senso e sia nell’interesse anche degli italiani». 

Ryanair è la compagnia principale del gruppo che include Buzz, Lauda e Malta Air. Come lavorerete insieme? 
«Ci saranno quattro amministratori delegati che si contenderanno le risorse a disposizione. Ognuna ha le sue caratteristiche: Lauda, basata a Vienna, ci consente soprattutto di diversificare la flotta operando con gli Airbus; Malta Air assorbirà una parte di Ryanair e sarà la base di riferimento per i voli con il Medio Oriente e il Nord Africa; Buzz si concentrerà sul mercato polacco dove il settore charter è molto forte». 

Le operazioni in Italia che oggi sono di Ryanair finiranno sotto la gestione di Malta Air? 
«Sì. Non è detto che saranno basati aerei con la livrea di Malta Air perché qui il nostro marchio è forte». 

Quindi assistenti di volo e piloti basati in Italia diventeranno dipendenti di Malta Air?
«Sì. Ma la cosa importante è che pagheranno tutte le tasse in Italia». 

Gli extra da pagare per i vostri voli continuano a infastidire diversi passeggeri. 
«Noi diamo la possibilità di scegliere: c’è la tariffa base che è la più bassa e chi vuole può aggiungere dei servizi a pagamento. Se non vuoi una tazza di caffè non la compri». 

Però ci sono extra che i viaggiatori pensano debbano restare dentro il prezzo del biglietto: per esempio lo spazio nella cappelliera per il bagaglio a mano. 
«Sarebbe bello, ma non c’è spazio per tutti e ci sono questioni di sicurezza relative al peso del velivolo. Però chiunque può portare un piccolo effetto personale da mettere sotto al sedile di fronte».

di Leonard Berberi Corriere della Sera

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