Igor Rybakov, il super ricco russo diventato un cantante trip-hop e guru del web

Igor Rybakov è un imprenditore russo che ha fatto fortuna fondando, negli anni Novanta, una società di materiali edili, la Technonicol, leader nelle forniture per tetti, coperture e isolanti. Grazie ai proventi della società è diventato uno dei miliardari più giovani del Paese e uno degli uomini più ricchi del mondo. Nel 2018 è stato inserito dalla rivista americana Forbes nell’elenco delle persone più ricche del pianeta e ha un patrimonio stimato di 1,2 miliardi di dollari. Sposato, padre di quattro figli, negli ultimi anni si è dedicato alle sue passioni: la filantropia e, soprattutto, la musica. E così è diventato un artista trip-hop, genere musicale nato negli anni Novanta di ispirazione elettronica, che mescola rap, jazz e soul.

Il progetto musicale

A settembre 2019 ha pubblicato un album di debutto, dedicato alla moglie Ekaterina. Cinque tracce che mixano elementi di trip hop e pop, canzoni che parlano di desideri e amore, di fede (temi tipicamente presenti nella tradizione musicale russa). Un hobby costato, per ora, 45.500 dollari di costi di produzione, come racconta Bloomberg.com. Rybakov ha in programma di pubblicare un altro album entro la fine dell’anno. «La musica stimola l’attività intellettuale e mi aiuta a cercare e scoprire nuove opportunità commerciali», ha raccontato Rybakov. Quindi, più che un passatempo sarebbe una strategia imprenditoriale, un metodo per ricaricare le batterie e trovare ispirazione per nuove operazioni.

La sua fortuna

Rybakov continua a beneficiare di Technonicol, la compagnia che ha co-fondato con il suo compagno di stanza dell’Istituto di Fisica e Tecnologia, Sergey Kolesnikov, quando entrambi studiavano a Mosca, nonostante abbia lasciato gli incarichi operativi nel 2015. Nel 2018 l’azienda ha registrato ricavi per 94 miliardi di rubli (pari a 1,4 miliardi di dollari), segnando un aumento del 18% rispetto all’anno precedente. Nel 2015 il miliardario-cantante ha anche avviato insieme alla moglie Ekaterina la Rybakov Found, una fondazione che si occupa di promuovere lo sviluppo del business e dell’educazione nel settore, ma possiede anche una Sok, società immobiliare di condivisione dello spazio, e ha investimenti nel fondo Prytek, con 170 milioni di dollari gestiti.

Il miliardario-influencer

Tre anni dopo il magnate russo ha aperto un canale Youtube: un modo per dispensare consigli su business, investimenti, ma anche stile di vita, abitudini. Nei filmati commenta (esclusivamente nella lingua madre) le notizie legate al mondo economico, oppure registra piccoli spot motivazionali ispirati a storie vere di imprenditori, a cominciare dal suo esempio. Con i suoi video (e i suoi 180 mila iscritti e più) Rybakov si è calato nella parte dell’influencer. 

Il miliardario russo è convinto che in ognuno di noi ci sia dello spirito imprenditoriale, che deve essere coltivato affinché non sopisca. E in un video racconta di essersi reso conto delle potenzialità che derivano da una mente imprenditoriale a nove anni: aveva convinto altri ragazzi a riunirsi per raccogliere mele a pagamento, per poi portarle in un’azienda. Un’intuizione da cui riuscì a ricavare dei profitti. «L’unica difficoltà era che la fabbrica pagava in ritardo», ha aggiunto Rybakov. In un altro video racconta di come abbia deciso di non lasciare il suo patrimonio ai figli, in quanto questa sicurezza economica potrebbe portarli ad essere persone non attive nella vita, adagiandosi sulla fortuna che hanno ereditato.

L’amore per gli scacchi

L’anno seguente il co-fondatore della Technonicol ha anche investito 6 milioni di dollari nella Word Chess, organizzazione che lavora insieme all’International Chess Federation (Fide) e che ogni anno elegge il Campione del Mondo di Scacchi. L’insolito investimento di Rybakov è legato alla sua volontà di rendere più popolari gli scacchi in Russia, contribuendo così allo sviluppo del Paese anche sotto il punto di vista intellettuale. «Gli scacchi sono uno sport per intellettuali e sviluppano il pensiero strategico».

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