EssiLux: pace regge in assemblea; verso a.d. interno

La pace fra l’anima italiana e quella francese di EssiLux supera senza problemi l’assemblea degli azionisti del gruppo, che prosegue nella ricerca di un amministratore delegato, guardando soprattutto al suo interno. Dopo mesi burrascosi, con molte tensioni attorno alla governance paritetica stabilita dalle parti al momento della fusione fra Luxottica ed Essilor, l’accordo annunciato lunedì mattina supera brillantemente la prova del voto, a Parigi, dei soci del gruppo dell’occhialeria, un gigante da 16 miliardi di fatturato. Come indicato dal cda sono infatti state bocciate le proposte avanzate da alcuni fondi per l’allargamento del board stesso, mentre quella che aveva fatto Valoptec, l’associazione dei dipendenti azionisti, è stata direttamente ritirata. 
    “Abbiamo deciso di ritirarla perché Valoptec ha scelto di sostenere questo accordo come primo passo della rappacificazione necessaria a migliorare la governance”, è stato spiegato all’inizio dell’assemblea, che ha visto partecipare circa il 73% del capitale. Le proposte dei fondi, tuttavia, hanno trovato una buona risposta da parte degli azionisti istituzionali: una infatti è stata respinta con il 56,2% dei voti, mentre un’altra con il 65,74% dei voti. Il gruppo, in teoria, andrà dunque avanti con l’attuale formula di governance paritetica fino all’approvazione del bilancio 2020: il cda vede 8 membri che arrivano dal mondo Luxottica e 8 che arrivano dal mondo Essilor, ed è guidato dal presidente Leonardo Del Vecchio e dal vice Hubert Sagnieres, con gli stessi poteri.

Entrambi, dopo gli scontri e le accuse delle ultime settimane, hanno ceduto parte delle deleghe ai rispettivi bracci destri, Francesco Milleri e Laurent Vacherot, rispettivamente amministratori delegati di Luxottica e di Essilor: a loro è stato anche assegnato il compito di lavorare all’integrazione, per mettere a terra le sinergie, previste fra i 420 e i 600 milioni. I due manager si sono sfilati dalla corsa per il ruolo di amministratore delegato della holding: la ricerca per la figura è in corso, è difficile e, come è emerso oggi dall’assemblea, sarà rivolta principalmente verso l’interno del gruppo. A indicarlo è lo stesso Del Vecchio: “i requisiti richiesti li abbiamo all’interno del gruppo”, ha sottolineato parlando ai soci. “Abbiamo persone eccellenti, nessuno farà meglio di loro”, ha aggiunto, spiegando che servono competenze sul retail e sui marchi.
    In ogni caso la nuova figura difficilmente sarà trovata in tempi rapidi e, proprio per i delegati equilibri interni alla governance e al cda, se arrivasse prima del 2021 dovrebbe iniziare il proprio lavoro come ‘direttore generale delegato’, ovvero fuori dal consiglio. Anche Sagnieres si è soffermato sul tema: accanto a Miller e Vacherot che si sono sfilati dalla corsa, ha chiosato, si sono le ‘prime file’ dei due gruppi, composte di validi manager; al tempo stesso anche per lui “è un processo difficile” e se non si riuscirà a trovare una figura interna poi si guarderà fuori dal gruppo.     Sul fronte dei lavori assembleari di Parigi, fra le altre proposte, l’approvazione di bilancio e dividendo – pari a 2,04 euro – sono state approvate pressoché all’unanimità, mentre sono state decisamente più basse le percentuali a favore dei compensi a favore di Del Vecchio e Sagnieres.

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