Generali: Pellicioli, non pensiamo a patto fra soci, sì ad aggregazioni se creano valore

Il gruppo De Agostini non sarebbe interessato a un patto fra soci in Generali. A sottolinearlo, a margine dell’assemblea di DeACapital, l’a.d. Lorenzo Pellicioli, che siede anche nel consiglio della compagnia di assicurazioni. “La nostra quota (pari a circa l’1,7%, ndr) è ferma. Non è prevista nessuna variazione né in un senso né nell’altro”, ha spiegato prima di commentare i movimenti nell’azionariato che hanno portato a un rafforzamento dei soci stabili italiani.     “Nessun contatto fra soci. Penso che il comportamento degli azionisti sia indipendente dal valore della società: gli azionisti comprano e vendono a seconda dei loro interessi e obiettivi”, ha aggiunto commentando le mosse che hanno portato Leonardo Del Vecchio e Gaetano Caltagirone a salire al 5% ciascuno del capitale di Generali. “Credo che lo abbiano considerato un buon investimento. La società è solida, estremamente ben gestita, ha un ottimo yield”, ha continuato Pelliccioli. “Sicuramente noi no” ha infine risposto a una domanda sull’opportunità di un patto di sindacato.
Per il gruppo De Agostini non c’è nessuna preclusione alla partecipazione di Generali a operazioni di consolidamento del settore assicurativo a livello europeo a patto che porti valore. “Tutte le operazioni che creano valore e sono razionali per noi sono benvenute. Se c’è una cosa che trovo assolutamente non importante è la nazionalità delle aziende e dei manager. L’importante è che le aziende creino valore e i manager siano bravi”, ha detto l’a.d. di DeA Capital Lorenzo Pellicioli, che siede anche nel cda di Generali.
   La difesa dell’italianità del gruppo “non è mai stata un tema. Per noi non lo è mai stato e non lo è”, ha aggiunto. Il manager si è soffermato anche sulle scelte fatte dai soci in vista del rinnovo del cda, su cui “gli azionisti hanno seguito le indicazioni del consiglio sulla continuità”, e sul piano strategico varato lo scorso autunno, che valuta “ottimo”. “Sono nel cda di Generali da 12 anni ed è il piano che ho visto nel metodo e nel merito elaborato meglio. Mi pare che sia un’opinione condivisa dal mercato perché dalla presentazione il titolo si è mosso bene. È un piano lucido, chiaro e concreto, senza voli pindarici ma con grande competenza”, ha concluso.

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