Autovelox Firenze. Illegittimi erano e illegittimi rimangono

La modifica del Piano della mobilità apportata dal Consiglio comunale di Firenze, dove per la prima volta i Viali vengono definiti “strade di scorrimento”, non rileva in alcun modo sulla legittimità o meno degli autovelox automatici. Si tratta di una classificazione amministrativa e funzionale da parte dell’ente proprietario delle strade, che nulla ha a che vedere con le caratteristiche strutturali delle strade richieste dalla legge.

In breve, il Comune ha la facoltà di classificare anche Piazza della Signoria come strada di scorrimento, ma ciò non consente comunque al Comune di piazzarci autovelox, perché strutturalmente sono assenti le caratteristiche tassative di legge.
La Cassazione ha già ampiamente chiarito che la classificazione amministrativa fatta dai Comuni non rileva ai fini della legittimità degli autovelox, come non rileva l’autorizzazione Prefettizia che abbia ignorato quanto previsto dalla legge. Spiega la Cassazione che la legge “non conferisce al Prefetto il potere di inserire nello specifico elenco una strada, facendo uso di criteri diversi da quelli previsti dall’art. 2, comma 3, del codice della strada”.

Ora, chiunque abbia occhi per vedere, potrà verificare che su tutti i Viali di circonvallazione mancano una o più delle seguenti caratteristiche strutturali richieste dall’art. 2, comma 3 del codice della strada:
1. sui Viali Gramsci, Matteotti, Lavagnini e Etruria non è presente la banchina pavimentata a destra, ovvero una piccola corsia asfaltata che separa la striscia di delimitazione della carreggiata dal marciapiede, gli alberi e da altri ostacoli verticali;
2. tutte le intersezioni devono essere semaforate, contrariamente a quanto accade ai Viali Gramsci, Lavagnini e Etruria, peraltro con incroci in prossimità degli autovelox;
3. i parcheggi laterali devono essere con entrate e uscite concentrate, per evitare che le auto utilizzino la carreggiata per fare manovre di parcheggio, contrariamente a quanto accade sui Viali Matteotti, Gramsci e Lavagnini.

Non è sufficiente quindi una votazione in Consiglio comunale o le entusiastiche recensioni dei quotidiani locali per fare apparire magicamente queste caratteristiche strutturali o per abrogare il Codice della strada.

Tuttavia, dopo dieci anni da quando abbiamo dato avvio a questa iniziativa per riportare il Comune e il Prefetto alla legalità, ci fa comunque piacere che il Consiglio comunale abbia deciso di sanare quantomeno una comica contraddizione in cui è incorso impunemente davanti alle aule della giustizia fiorentina per un decennio: da una parte dichiarava ai giudici che i Viali erano strade di scorrimento, dall’altro il suo stesso Piano della mobilità affermava il contrario. Ora, sia il Comune sia il suo Piano affermano finalmente la stessa frottola.

Aduc

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