Dipendente Unicredit in Cina sottrae 15 milioni di $ dai conti correnti

Un dipendente di Unicredit in Cina è accusato di aver sottratto 100 milioni di yuan (15 milioni di dollari) dai conti correnti dei clienti in tre anni, grazie a password condivise e lacune sulla sicurezza. Lo riporta l’agenzia Bloomberg. La vicenda era emersa circa un anno fa. La China Banking and Insurance Regulatory Commission, a seguito del caso, ha disposto a carico delle banche straniere procedure più stringenti.

Stando alle accuse il funzionario avrebbe utilizzato senza permesso le password di accesso ai conti correnti dei clienti a disposizione dei supervisori della banca per distrarre i fondi. Il funzionario ha usato poi questi fondi per comprare appartamenti in vari Paesi del mondo tra cui Stati Uniti, Giappone e Grecia. Il piano era quello di rivendere gli immobili a prezzi superiori e con la plusvalenza andare a coprire i buchi nei conti correnti prima che fossero scattati i campanelli d’allarme. 

Il funzionario avrebbe confessato tutto alla polizia allertata dalle segnalazioni della banca sugli ammanchi di capitale.

Le truffe bancarie non sono una novità in Cina e per contrastarle la maggior parte degli istituti locali ha adottato misure come il riconoscimento dell’iride o dell’impronta digitale per consentire l’accesso ai conti correnti dei clienti da parte dei funzionari autorizzati. A quanto pare simili sistemi non erano stati implementati da parte della filiale di Unicredit dove è avvenuta la truffa. 

«Unicredit condanna l’accaduto e chiede scusa ai clienti coinvolti. La loro sicurezza è rappresenta la nostria prima preoccupazione e tutti i nostri sforzi sono a che simili episodi non si ripetano più in futuro» ha dichiarato un portavoce della banca.

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